Il sale iodato continua ad essere il miglior alleato della salute per la prevenzione delle patologie della tiroide. E’ quanto emerso dall’incontro sulla “Iodoprofilassi”, tenutosi all’Expo nell’ambito delle attività organizzate dal Ministero della Salute, presso lo spazio Woman for Expo, Padiglione Italia. A parlare dell’importanza dello iodio nella nostra dieta è stato il Prof. Stefano Mariotto, docente di Endocrinologia all’Università degli studi di Cagliari e attuale presidente dell’Associazione italiana della tiroide (Ait).
“L’alimentazione è l’unico modo che abbiamo per assumere lo iodio”, ha spiegato il professore, ricordando che i cibi più ricchi dell’elemento sono pesce e crostacei (con 100-300 microgrammi di iodio ogni 100 grammi), seguiti da latte, uova e legumi, che ne contengono però, quantità decisamente inferiori. “La quantità di iodio introdotta con il cibo non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero – ha aggiunto -. Una dieta equilibrata, con due porzioni di pesce a settimana, latte tutti i giorni e un po’ di formaggio, garantisce solo il 50-60% del nostro fabbisogno”. Ecco perché è importante assumere cibi “potenziati” di iodio; ma, “a differenza del sale iodato, di cui conosciamo da tempo i benefici – ha sottolineato il professore – non sappiamo ancora quali siano gli effetti degli alimenti iodati”.
L’uso di sale potenziato allo iodio (e non di quello marino, in cui l’elemento evapora durante il processo di essiccazione) quindi, rimane fondamentale per la prevenzione di patologie come lo scarso rendimento scolastico e il rallentamento della crescita nei bambini, i danni psico-neurologici permanenti nel feto, senza dimenticare il gozzo e l’ipotiroidismo congenito, “la forma di deficit cognitivo più grave che esista”. Il 55% degli italiani compra sale iodato (nel 2006 era il 34%), “merito anche della legge n.55 del 21 marzo 2005, che obbliga i negozi a distribuire sale iodato e di vendere quello non iodato solo su specifica richiesta del consumatore e impone l’uso di sale iodato nella ristorazione collettiva”. Mariotto ha poi concluso precisando che “in Italia non siamo in una situazione di allarmismo: la carenza iodica è a livelli medio-bassi. Semplicemente, a differenza di altri Paesi, non siamo ancora riusciti ad eliminare il problema”.